Intervista a Roberto Ricci
Da quando sei un autore di racconti? Un sunto dei tuoi lavori sino ad oggi.
Ho sempre amato scrivere, sin da ragazzino. Sono diventato ufficialmente un autore nel 2012, quando con il racconto Il Cappotto ho vinto il premio Racconti nella rete, un concorso legato al Festival letterario LuccAutori. Il premio per il vincitore oltre alla targa, era la realizzazione di un cortometraggio tratto dal racconto e curato dalla scuola di cinema Immagina di Firenze con la regia di Giuseppe Ferlito. Da allora, ho pubblicato un romanzo, tanti racconti e scritto soggetti per lo schermo. Lo scorso anno è uscita la raccolta Nero Corvino (Le Mezzelane casa editrice), che riunisce il romanzo e alcuni dei migliori racconti tutti rieditati. Una sorta di "The best".
Quali sono gli autori/eventi da cui trai ispirazione?
La mia è una scrittura cinematografica. Il mio modello ispiratore è il cinema thriller degli anni 70-80. A livello letterario sicuramente le atmosfere di Edgar Allan Poe e Conan Doyle. Riguardo agli eventi direi la vita di tutti i giorni.
In che modo partecipi alla realizzazione di un prodotto per lo schermo tratto da un tuo racconto?
Quando un regista decide di realizzare un lavoro tratto da un mio racconto o soggetto, gli lascio campo libero. Leggo in primis la sua sceneggiatura e se resta fedele alla mia storia, ha il mio ok. Per il resto, mi limito ad andare sul set quando posso e se richiesti, offro consigli o suggerimenti per la migliore riuscita. Fino adesso (tranne un paio di occasioni) sono stato sempre soddisfatto del risultato finale.
Come sei riuscito a far leggere i tuoi lavori e farli valorizzare?
Diciamo che sono entrato dalla porta principale. Il cortometraggio premio del 2012 (Il Cappotto) ha partecipato a vari Festival e ha avuto un buon successo in rete. Questo ha fatto sì, che i media si sono accorti di me e con loro, anche vari registi che mi hanno chiesto di leggere qualche mia storia. Tra un sì e un no, ci sono al momento 8 cortometraggi, un mediometraggio e un lungometraggio (soggetto scritto a 6 mani) con la mia firma d'autore.
Ti va di raccontarci un aneddoto tratto da una tua esperienza lavorativa?
Beh uno ce n'è. Nel 2015, durante la lavorazione del cortometraggio Nel Silenzio della notte (visibile su Youtube), stavamo girando in un parco una scena notturna con un cadavere avvolto in un lenzuolo. Era piena estate. Qualcuno che non si era accorto si trattava di un set, ha chiamato la polizia. Questa è arrivata e abbiamo spiegato la situazione. Nei pressi stava passeggiando un giornalista di un quotidiano locale e il giorno dopo titolone in copertina: "c'è un cadavere nel parco, ma è soltanto un film". Tanta pubblicità gratuita.
I tuoi progetti di imminente uscita?
Tra Gennaio e Febbraio 2020 uscirà il nuovo romanzo L'immagine Malvagia, sempre edito da "Le Mezzelane casa editrice. Sempre nel 2020 usciranno due nuovi cortometraggi tratti da miei racconti. Il primo è È Solo Un Gioco, del quale abbiamo in questi giorni distribuito il trailer in rete. La regia è di Leonardo Barone. Dopo le feste, faremo una prima pubblica a Firenze e poi partirà per vari Festival ai quali è già stato iscritto. Sarà distribuito in rete in primavera.
Il secondo è invece La Goccia Maledetta, con protagonista l'ex miss Italia Nadia Bengala. La regia è di Emanuele Pecoraro. La produzione è di Pierfrancesco Campanella. Questo è per me motivo di grande orgoglio, perché Campanella è come Dario Argento un maestro del thriller. Un nome cult del cinema di genere Italiano. Ha realizzato titoli come Bugie Rosse e Cattive Inclinazioni e diretto nomi del calibro di Dalila Di Lazzaro, Donatella Rettore, Alida Valli e Florinda Bolkan. Ho tutti i suoi dvd a casa e non avrei mai pensato che un giorno, avrebbe portato sullo schermo una mia storia. Questo lavoro uscirà nel 2020, ma non so ancora il periodo e quale sarà la promozione. Sicuramente, se ne parlerà parecchio.
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Intervista curata da Silvia Sanna e Giulio Muto