sabato 9 novembre 2019

INTERVISTA ALLA EDONE'FILMS PRODUCTION

Intervista alla EdonèFilms Production

Come è nata la vostra associazione cinematografica? Come è evoluta nel tempo?

EdonèFilms Production nasce per la prima volta nel 2010 a Portici. L’obiettivo della nostra associazione cinematografica era riuscire a produrre progetti audiovisivi di diverso genere e formato. Dopo un periodo di inattività, l’EdonèFilms è rinata nel 2016. La sede è stata spostata nell’Irpinia e l’organico ha acquisito nuovi elementi. Io (Maurizio Venturiero), videomaker avellinese e già direttore artistico della prima “versione” dell’associazione, sono diventato presidente dell’EdonèFilms. Ad affiancarmi come Vice- presidente c’è Gabriella De Crescenzo, grafica salernitana.
Naturalmente, con il tempo, siamo riusciti a collaborare con altri giovani artisti campani in modo da creare nuovi progetti audiovisivi e migliorarne sempre più la qualità.

Che tipo di progetti portate avanti?

I progetti che portiamo avanti sono molto eterogenei. Sentiamo la necessità di raccontare nuove storie attraverso il cortometraggio e il documentario, di diffondere generi musicali “di nicchia” attraverso videoclip, e di approcciarci anche ai nuovi media (come il web) con format originali.
Per tale ragione, sono numerosi, nel nostro portfolio, videoclip di gruppi rock, musicisti indie e cantanti pop, perlopiù campani.
Abbiamo realizzato diversi format per il web, di stampo musicale, e numerosi video di eventi organizzati in Campania.
Neanche in vacanza rimaniamo inattivi riprendendo tutto ciò che visitiamo e creando così dei video-reportage di città e mostre.
Ma ciò che ci rappresenta di più sono certamente i cortometraggi e i documentari perché, attraverso le immagini, raccontiamo una storia, raccontiamo dei personaggi, raccontiamo ciò che abbiamo la necessità di condividere con lo spettatore. Creare quella particolare connessione con lo spettatore è, forse, la cosa più difficile ma più gratificante da realizzare nel nostro lavoro.

Quali aspetti del vostro territorio vi stanno a cuore? E in che misura sono presenti nei prodotti audiovisivi che realizzate?

Essendo nati al Sud, non nascondiamo le enormi difficoltà che ogni giorno dobbiamo affrontare, soprattutto in campo artistico. Si deve lottare contro la mancanza di fondi pubblici, la burocrazia e molto spesso con gli orientamenti politici dei diversi Comuni.
Ma, nonostante tutto, abbiamo sempre cercato, nei nostri progetti, di mostrare ciò che c’è di positivo nel nostro territorio. Ci sono altre associazioni culturali che si danno da fare nel creare eventi, anche di stampo internazionale. Ci sono giovani artisti che cercano di far sentire la loro voce tra mille altre. Noi cerchiamo sempre di documentare tutto ciò attraverso i nostri video e di allontanarci anche dal confine sicuro della provincia campana per far conoscere al di fuori queste realtà.
Anche nei nostri lavori più personali, si possono riconoscere i luoghi in cui siamo cresciuti e che ci hanno formati, senza però mai rimanerne schiavi. Cerchiamo sempre di raccontare storie che possano essere “universali”, capite anche da chi non è campano come noi.

Ricevete proposte di collaborazione o idee da parte di Terzi? Quali caratteristiche dovrebbero avere poter apparire interessanti ai vostri occhi?

Abbiamo stretto numerose collaborazioni con altre associazioni culturali irpine, o campane in generale. Abbiamo realizzato video- interviste e video reportage per alcune associazioni impegnate in differenti eventi. Una fra tutte è il cineforum dello Zia Lidia Social Club. Grazie a questa collaborazione abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare più volte Maurizio Braucci, sceneggiatore e Orso d’Oro, insieme a Claudio Giovannesi e Roberto Saviano, per La Paranza dei bambini.
Abbiamo collaborato anche con il Caselle Film Festival, rassegna internazionale del cortometraggio ambientale. Ora, più che mai, si deve puntare il riflettore sull’importanza della salvaguardia ambientale, soprattutto sul nostro territorio, già vittima della noncuranza e di atti criminosi.
Nel parlare della nostra esperienza con il Caselle Film Festival, non possiamo non ricordare l’intervista al maestro Ugo Gregoretti, scomparso pochi mesi fa, che con la sua ironia e saggezza ci ha raccontato il periodo d’oro del cinema italiano, che forse non tornerà più.
Ma la nostra collaborazione più longeva è con Castellarte – Festival internazionale degli artisti in strada. Per tre giorni alla fine di luglio, Capocastello, in provincia di Avellino, si anima con artisti di strada provenienti da tutto il mondo. Un evento reso unico dalla costanza e caparbietà dei suoi organizzatori a cui rinnoviamo, ogni anno, il nostro aiuto e il nostro supporto.
Ciò che più ci colpisce nel decidere di collaborare in un nuovo progetto con un altro ente/associazione è, forse, la particolarità. Siamo su un territorio in cui ogni comune crea la propria versione di un evento (basti pensare alle innumerevoli feste della pizza o altre sagre simili). Quando un’associazione esce da questi schemi standardizzati e propone delle idee diverse e originali, siamo i primi a donare il nostro contributo.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?


Stiamo realizzando un cortometraggio dal titolo “Lemon Tea”. Si tratta di un cortometraggio fantascientifico-parodico scritto da Gabriella De Crescenzo, che si diletta anche nella scrittura, e diretto da me (Maurizio Venturiero). Siamo riusciti a coinvolgere dei giovani attori campani molto bravi e convincenti che ringraziamo anticipatamente per l’aiuto.
Siamo ora nella fase di post-produzione e speriamo di poterlo proporre in diversi festival cinematografici.

Come nasce solitamente un vostro progetto?

Se non giunge da altre associazioni o enti, un nostro progetto nasce da un’idea, anche solo abbozzata. Può essere l’incipit di una storia, l’ispirazione per un format o una web series, la lettura di un articolo di giornale che può tramutarsi in un futuro documentario.
Il lavoro più oneroso è certamente lo sviluppo di questa idea primordiale. In questa fase è necessario confrontarsi con il resto dell’organico dell’associazione per comprendere cosa può funzionare e cosa invece no. Dal confronto possono nascere delle idee e soluzioni che, da solo, non avresti mai raggiunto.
In seguito, si è impegnati nella pre-produzione. Si scrive il soggetto, la sceneggiatura, si organizza la produzione e, infine, si gira.
La post-produzione consiste nella visione del girato, nel montaggio video e sonoro, nella correzione colore, nell’aggiunta di elementi grafici o effettistici, se necessari, ecc.
Dopo tutte queste fasi il prodotto è pronto per essere presentato ai festival o per il web.

Come finanziate i vostri progetti?

Il discorso sul finanziamento è forse il tasto più dolente per ogni associazione. Ottenere fondi da enti pubblici in Italia è sempre più difficile. Molto spesso i progetti devono avere una rilevanza sociale o storica per ottenere dei fondi pubblici. Per gli altri è molto più difficile. Molto spesso però non si guarda alla qualità del prodotto in sé, ma semplicemente se rispecchia queste caratteristiche.
In altri paesi ciò non accade. Un esempio lampante e che adoro sempre ricordare è Bad Taste diretto da Peter Jackson, del 1987. È un film di fantascienza su un’invasione aliena. Non ha un argomento sociale o storico al suo interno. Questo film, però, è stato realizzato con i fondi della New Zealand Film Commission.
In Italia ciò sarebbe alquanto improbabile.
Quindi, molto spesso, i nostri progetti sono low budget e autofinanziati con soldi che otteniamo in altri lavori e reinvestiamo interamente nell’associazione.
Confrontandoci con tante associazioni ci rendiamo sempre più conto che il nostro paese dovrebbe investire di più nella cultura e modernizzare il proprio punto di vista su ciò che deve essere finanziato e ciò che deve esserne escluso. Ci sono tanti ragazzi, anche più giovani di noi, con idee brillanti che rimangono nei cassetti per mancanza di soldi.
Grazie anche al web però oggi è possibile una strada alternativa che dà qualche speranza in più. Esistono delle piattaforme per il crowdfunding che permettono ai giovani artisti di proporre la propria idea e di ottenere soldi da privati per poter trasformarla in realtà.
Questa è un’altra strada che vorremmo percorrere per finanziare i nostri progetti.
Il sogno, anche se lontano, è quello di poter trasformare l’associazione in una vera e propria casa di produzione cinematografia. Il percorso, però è ancora lungo.

fbpage EdonèFilms
sito web





Intervista curata da Silvia Sanna