Joe Pastore - Astra Films Indie Movie Production
Come artista eclettico e appassionato delle molte forme dell’Arte, all’interno del solo panorama cinematografico odierno che ruolo e che impatto senti di avere?
In verità, credo di dover fare ancora molta strada. Quello che vorrei sarebbe dare un mio contributo al panorama cinematografico italiano, creando film di genere. Credo che manchino, sebbene in questi ultimi anni qualcosa sia stato fatto. Mi riferisco ai film di Fabio e Fabio, al Ragazzo Invisibile di Salvatores, uno e due, a Lo chiamavano Jeeg, per non parlare del panorama indipendente. Spero in futuro di farmi notare maggiormente. Ci sto lavorando sopra. Oltretutto, amo raccontare storie. Come molti scrittori, farlo è una mia necessità. Fa parte di me.
Il tuo percorso di studi in Storia, si coniuga bene con le attività coltivate nel campo delle Arti visive, entrambi ambiti Umanistici. In che modo riesci a condurre materialmente tutte queste attività? Sei coadiuvato da un team di fiducia o vieni affiancato da personalità differenti in relazione al progetto da realizzare?
Negli anni, il numero dei miei collaboratori è cresciuto moltissimo. Oggi giorno, posso dire di aver trovato una crew, un vero e proprio team di lavoro che non può fare altro che crescere ulteriormente in futuro. Dico "lavoro", anche se in realtà si tratta più di collaborazione in visione di un possibile incasso futuro. Sarei felice se potessi ricompensare chi collabora ai miei progetti, e so che un giorno accadrà. Per il momento, in mancanza di budget, l'unica ricompensa consiste nel prodotto finito, nel corto o nel lungometraggio. È nostra intenzione dare vita a prodotti sempre più belli e di qualità, in modo tale che cast e crew possano integrarli nei vari curriculum. Oltretutto, è sempre bello conoscere nuove persone, nuovi collaboratori e professionisti. Con molti di essi è nata una vera e propria amicizia. Ci divertiamo e, contemporaneamente, ci sentiamo di dar vita a prodotti interessanti. Per noi, è tutta esperienza. Io stesso, so di essere maturato molto in questi ultimi dieci anni, a livello cinematografico. Ogni tanto, rivedo i miei primi cortometraggi e me ne rendo conto. Ora, molte cose le farei diversamente, ma è normale. La vita è una continua crescita. Un'evoluzione. Sono stati proprio gli sbagli del passato a condurmi qui, dove sono ora. Per quanto riguarda il mio percorso di studi, devo dire che studiare materie umanistiche mi è servito enormemente. Anzi, vi racconterò un aneddoto. Ricordo chiaramente un pomeriggio, avrò avuto vent'anni. Mi trovavo davanti alla macchina da scrivere (al tempo ancora la usavo!) e non sapevo come fare per creare il contesto storico nel quale muovere i miei personaggi. Si trattava di una vicenda ambientata nel medioevo. Ricordo chiaramente che fu allora che decisi che avrei dovuto studiare Storia. Avevo già una certa passione per la materia, dovuta anche a certi film, come la trilogia di Indiana Jones. Uno dei miei sogni era diventare un archeologo e una persona colta. Questo mio pensiero mi è servito. Tutti dovrebbero avere sogni di questo tipo. Esempi come questi da seguire. Invece, oggi vedo che i ragazzi seguono modelli di vita di dubbia moralità, spesso e volentieri. Non sono diventato un archeologo, ma in parte ho realizzato il mio sogno, studiando Storia (che ingloba nel percorso di studi alcuni esami attinenti) e studiando da autodidatta. Ciò mi ha permesso di insegnare per dieci anni archeologia in un'università del tempo libero in alcune città della Brianza. Poi, ho dovuto smettere per motivi lavorativi, ma ricordo con piacere quegli anni. I miei discenti mi davano grandi soddisfazioni. Vi starete chiedendo, come faccio a condurre materialmente tutte le mie attività. La risposta è: organizzandomi. Una buona organizzazione è alla base di ogni buon progetto.
Chi è stato il primo a credere in te? E quali sono le tue principali fonti di finanziamento?
I primi in assoluto sono stati i miei genitori, ed è stato grazie a loro se parecchi anni fa ho potuto approcciarmi a questo mondo. Devo molto a mio padre, scomparso nel gennaio 2018. Lui aveva molta fantasia e, come me, una grande passione per il cinema. Sono cresciuto guardando insieme a lui telefilm come Star Trek, Mac Gyver e molti film, come Indiana Jones e Star Wars. Però devo tanto anche a Max Pozzi, conosciuto sui banchi della scuola media e ancora oggi mio grande amico. Se ho iniziato a fare video lo devo anche a lui, che spesso mi ha fornito e mi fornisce attrezzatura per realizzare i miei progetti. Questo per rispondere alla domanda relativa alle fonti di finanziamento. Mi sono sempre auto-finanziato, cercando di fare economia lì dove potevo. Come già detto, ogni mio progetto finora si è sempre basato sulla collaborazione. Senza l'aiuto della mia compagna, Lucia, o quello dei miei amici, Christian, Riccardo, Lorenzo e molti altri... senza l'aiuto di Ambrogio, Giorgio, Annamaria... non avrei mai potuto realizzare i miei ultimi lungometraggi. È grazie alla partecipazione e all'aiuto di tutti loro che ciò è stato possibile. Così come, è importante l'aiuto di molti attori e attrici che prendono parte a queste imprese. Luca Gatta, Jessica Casalino, Mattia Capparelli e molti, molti altri. Ci sono alcuni che vengono anche da molto lontano, solo per il piacere di recitare all'interno dei nostri progetti. Paolo Massaria viene ogni volta da Trieste. Valentina Bivona dal centro Italia... Irene Gaglio dalla Sicilia! Siamo tutti grandi amici. Ci stimiamo a vicenda e anche se non esiste un vero e proprio finanziamento monetario, esiste il loro aiuto, il loro sostegno, la loro partecipazione che, per quanto mi riguarda, è oro.
Tra le molte attività di cui ti occupi (nel campo dell’editoria, dell’insegnamento, delle Arti visive) quale prediligi, o comunque a quale dedichi maggior tempo?
Attualmente, mi dedico molto al cinema, ma perché ciò mi permette di esprimermi su vari fronti. Un film è un insieme di narrativa, arti visive e musica. Non solo. È l'insieme di molte discipline artistiche. Ciò, come dicevo, mi dà la possibilità di dedicarmi alla scrittura, perché di solito sono io l'autore dei film che dirigo. Mi dà anche la possibilità di comporre la colonna sonora, dato che ho sempre creato musica e ho suonato in molte band. Grazie ai miei film, posso anche dedicarmi all'ideazione e alla realizzazione di scenografie insieme allo scenografo Lorenzo Corno o alla creazione di props, oggetti di scena. Tanto per farvi un esempio, per Occultus ho creato una macchina fotografica vintage, utilizzando legni vari, pezzi di idraulica, stoffa, fil di ferro e il cavalletto del mio telescopio. Ho realizzato anche dei costumi, con l'aiuto di mia madre la quale, prima di andare in pensione, faceva la sarta. Ogni volta è una sfida diversa. Ogni film è il pretesto per dedicarmi alla creazione di una serie di oggetti, costumi o altri elementi. È un lavoro molto creativo. Vorrei soffermarmi su un concetto, perché molto spesso la gente non comprende del tutto la questione, e mi dice "ma chi te lo fa fare?!". Il punto è che ciò che più conta per me non è solo il risultato finale. L'obiettivo finale. Il film finito, per esempio. Ciò che conta, non è solo questo, ma anche lo stesso processo creativo. Creare mi fa sentire vivo. Che sia una musica o un oggetto di scena o un costume o un effetto visivo particolare in fase di montaggio. Quindi, per rispondere alla domanda, in questo periodo mi dedico maggiormente al cinema, perché mi dà la possibilità di esprimere la mia creatività su vari fronti.
Come nasce solitamente un tuo progetto?
Ogni progetto nasce da un'idea. Per Occultus, l'idea era quella di fare un film horror, ma che fosse anche una storia vera, così mi sono imbattuto in una vicenda molto interessante, risalente agli inizi del Novecento. Alla fine, senza rendermene conto mi sono ritrovato a produrre un film indipendente di genere storico... fantastico, dalle sfumature horror. Quindi, come sempre, un film nasce da una volontà, da un'idea. Poi, ricercando fonti con cui scrivere il soggetto, si può approdare ad esiti imprevisti, ma ulteriormente interessanti. Come diceva John Lennon, "la vita è l'imprevisto, mentre tu progetti di fare altro". Ultimamente, sto cercando di creare storie che meritano di essere raccontate. Dieci anni fa, ero più ingenuo da questo punto di vista. Oggi, mi pongo la domanda che ogni bravo sceneggiatore dovrebbe sempre porsi prima di iniziare a scrivere. "Questa storia merita di essere raccontata? Siamo davvero sicuri che possa servirci?" Se la risposta è sì, allora si può procedere. La fase successiva è quella di ricerca delle fonti, delle informazioni utili alla composizione dell'opera. Ciò vale per un soggetto cinematografico così come per un romanzo o un libro di narrativa. È giusto essere fantasiosi, ma entro certi limiti perché il pubblico, tra le altre cose, vuole credibilità. Ad ogni modo, il mio è un discorso generale. Prima di tutto, bisognerebbe seguire il proprio istinto e scegliere di scrivere una storia solo perché noi stessi siamo i primi a crederci. Se parliamo di arte, dopotutto, non ci sono regole.
Ricevi proposte ci collaborazione da soggetti esterni? (per realizzare un’idea, un progetto già ben definito, e quant’altro sia di interesse negli ambiti in cui operi)
A volte, capita che mi scrivano altri autori, chiedendomi di dirigere il loro film. Tuttavia, a meno che non ne valga veramente la pena, preferisco sempre pensare ai miei progetti. Il problema non sta nelle storie che mi inviano, le quali di sicuro sono meritevoli, ma sulla realizzazione pratica di esse. La giornata passa in fretta e le cose da fare sono molte... Anche organizzandomi, purtroppo, non potrei dedicarmi anche ai progetti degli altri autori. Quando è capitato, come nel caso di Resistance, scritto da Alessandro Carnevale Pellino, sussistevano particolari condizioni.
In che modo affronteresti la trasformazione di un tuo progetto in un prodotto destinato al grande pubblico? Sia esso un medio o lungometraggio, in ambito cinematografico.
Non saprei. Finora non è mai successo, ma spero capiti presto. Mi piacerebbe condividere le mie storie con un numero più ampio di persone. Credo che, ora come ora, vi siano i presupposti per farlo. Intendo dire che, più andiamo avanti, più i prodotti che andiamo a "confezionare" siano sempre più vicini allo standard cinematografico mondiale, come qualità e vicende. E poi, credo sia doveroso non smettere mai di credere nei sogni. Chissà, magari un giorno mi ritroverò anch'io sul palco della notte degli Oscar!
A chi sono destinati attualmente i tuoi lavori? Festival, web, altri canali di divulgazione, (…)
Finora, ho sempre prodotto per il web. Per esempio, Links the web series, come dice il titolo stesso, era (ed è) una serie concepita per essere pubblicata online. Nella fattispecie, su Youtube. Di recente, ho diretto due lungometraggi, Intervista con l'Alieno e Stargods, con lo scopo di proiettarli in alcuni cinema e farli partecipare a dei contest. Occultus invece vorrei proporlo alla RAI o tentare di raggiungere Netflix e simili. Vedremo.
Il mio obbiettivo è quello di arrivare a una grande distribuzione.
Tra i vari spazi ed eventi per valorizzare e dar luce al Cinema esordiente e/o indipendente, quali preferisci? A quali partecipi? E a quali vorresti avvicinarti?
Rispondo volentieri a interviste come questa. Credo che le interviste siano un buon modo di farsi conoscere. Internet, da questo punto di vista, ha permesso una condivisione di idee impensabile fino a una decina di anni fa. In soli dieci anni, tutto è cambiato. Importanti vetrine per chiunque voglia farsi conoscere sono anche le fiere. L'anno scorso ho presentato il cortometraggio Resistance, un fan movie ispirato alla saga di Assassin's Creed, a una rassegna di cortometraggi a Milano e, sempre nella stessa città, al Cartoomics. Inutile dire che grazie a questi eventi molte più persone sono venute a conoscenza dell'esistenza dei miei lavori. Il cinema indipendente deve andare avanti così, di fiera in fiera, di contest in contest, c'è poco da fare. Internet può aiutare sicuramente, ma non può essere l'unica strada. Ora, per quanto mi riguarda, il prossimo passo sarà quello di produrre opere in lingua inglese e partecipare a contest fuori dall'Italia. Gli Stati Uniti, per esempio, se parliamo di cinema, offrono molte più possibilità. L'Italia da questo punto di vista è molto più limitata.
A che tipo di progetto stai lavorando attualmente?
Attualmente, sto lavorando ad Occultus. Un film storico, dalle sfumature horror, ambientato nella Milano degli inizi del Novecento. Una vera sfida. Tuttavia, forse perché proprio di questo si tratta, molti hanno saputo coglierne le potenzialità e si sono offerti di collaborare a questo progetto. È certamente stimolante a livello creativo e intellettuale, ricreare un mondo che non c'è più. La cosa forse più intrigante, e anche la forza di questo lungometraggio, è che si ispira a fatti realmente accaduti. Prima di iniziare il lavoro di scrittura, c'è stata una lunga fase di ricerca focalizzata proprio sulla ricostruzione storica e sulla contestualizzazione della vicenda. Ho cercato di documentarmi il più possibile, ricercando documenti e verbali risalenti proprio al periodo preso in considerazione nel film. Ora come ora siamo in fase di produzione. Finiremo di girarlo a dicembre. Credo che non passerà molto tempo prima di vederlo. Inizialmente, lo proietteremo in alcune sale della zona. Poi, cercheremo di distribuirlo. Non essendo il classico film horror, con i soliti cliché, so già che sarà difficile, ma la speranza è che qualcuno possa coglierne le potenzialità, specie in Italia. Questa, come ho già detto, è una storia tutta italiana, basata su fatti realmente accaduti. Proprio per questo, non dovrebbe passare inosservata. La vicenda ruota attorno a una nota medium del XIX/XX secolo, la quale per alcuni decenni fece molto parlare di sé. Nel 1906 un noto giornalista dell'epoca venne incaricato di verificare la veridicità dei fatti spiritici. Il film ne ripercorre i passi, affinché questa vicenda non venga dimenticata. Ovviamente, ci stiamo impegnando molto e speriamo che questo film possa piacere a più persone possibili. Per il momento, vi ringrazio e vi saluto. Alla prossima!
youtube page Astra Films Movie Production sito web Joe Pastore info@joepastore.com
Intervista curata da Giulio Muto e Silvia Sanna