venerdì 19 aprile 2019

INTERVISTA ALLO SQUATTER TEAM

Intervista allo Squatter-Team


Chi compone lo squatter – team? Come vi siete conosciuti?


Attualmente lo Squatter-Team è composto da me (Luca Pincini) e Pamela Brega, ma in principio il duo originale era Alessio Napolitano e Luca Pincini, più o meno dal 2010 al 2013, fino al momento in cui Alessio, per via di diversi impegni, ha deciso di dedicarsi nel tempo libero al suo gruppo Rock. 
Ci siamo conosciuti forse in un centro estivo, quando andavamo alle scuole elementari, era facile individuarci, eravamo gli unici con i fumetti in mano mentre tutti giocavano a palla. E ovviamente non ci parlavamo tra noi, a ognuno piaceva stare in pace. Stessa cosa alle scuole medie, sezioni separate, ma tutti e due a prendere ripetizioni di matematica, e anche lì, si passava in edicola per vedere se c'era HorrorMania. In conclusione, ci conosciamo da una vita, ma penso che abbiamo iniziato a frequentarci nel 2002-2003. Facevamo le stesse identiche cose: le maratone di Venerdi 13, le battute di Zombie a memoria, Leatherface come santino e una collezione di fumetti che creava solo dibattiti impossibili. Era una pacchia. 
Poi ovviamente si cresce, si lavora, ci si sposta, si cambia casa, città e tutto va avanti. 
Con Pamela invece ci siamo incontrati nel 2011 in una piccola fiera del fumetto, a Senigallia. Anche qui era facile riconoscerci: Io ero quello sul palco vestito da Jason Voorhees che si picchiava con Alessio vestito da Leatherface. Per Pamela era il massimo, gli unici due personaggi horror in una fiera colma di cosplayer vestiti dai personaggi dei cartoni animati. Stiamo insieme da 7 anni. Poi ovviamente ci sono i nostri amici, che bene o male finiscono sempre nei nostri progetti, come Luca Paoloni e Matteo Agrioli giusto per dirne un paio.

Quando avete deciso di iniziare a realizzare prodotti audiovisivi che siano essi cortometraggi o video per youtube?


Tutto iniziò nel 2010. Quando sei un appassionato di film horror vuoi vederne sempre più, non sei mai sazio e il passo successivo per quanto ci riguarda è conoscere direttamente le persone che lavorano ai film horror e, la soluzione migliore in questi casi è proprio una convention, o un festival di genere. L'occasione era arrivata con il primo Fantasy Horror Award a Orvieto, un evento dove abbiamo avuto modo di vedere diversi cortometraggi realizzati sia da esordienti che da persone del settore. Il piatto forte erano gli ospiti, veterani del genere come Brian Yuzna e Robert Englund oltre ai nostri Sergio Stivaletti, Dario Argento, Claudio Simonetti e Ruggero Deodato. 
Il Festival è indelebile nei nostri ricordi, ma mai come il viaggio di ritorno: immaginate due vent'enni che partono nella notte con una fiat punto, in cerca di un distributore di benzina, e tutto sotto la pioggia. Immaginate che sbagliano strada e il navigatore calcola un percorso alternativo fatto tutto di stradine di campagna. 
E' esattamente quello che è successo, un viaggio di 2 ore era diventato di 4, sembrava un film horror vero, e non abbiamo fatto altro che parlare dei cortometraggi visti, e di come potevamo farne uno noi. In poco tempo stava nascendo il nostro primo progetto, e nel viaggio in macchina avevamo già un idea dei personaggi, della trama e di come e dove avremmo girato alcune scene. 
Per quanto riguarda il nome "Squatter-Team", nasce proprio durante le riprese di una scena slasher in un parco, quando un passante ci chiese se stavamo facendo un film, e se si trattava di uno "squatter", storpiando la parola "splatter". Visto che filmavamo in luoghi pubblici e, che scappavamo se c'erano troppe persone, avevamo deciso che "Squatter-Team" era il termine perfetto. (uno squatter, in inglese si intende un abusivo)

Cosa vi contraddistingue?

Ci contraddistingue il fatto che siamo amanti del genere al 100%, vediamo film, ci piace il genere a 360°, anche con le dovute contaminazioni action o sci-fi, e non ci fermiamo a questo, ma appunto vogliamo di più: conoscere attori e registi, parlarci, sapere com'è stato girare quella scena o come è stato fatto quell'effetto speciale. Siamo due persone, ma nei nostri lavori, quando abbiamo in mente un progetto, facciamo conto su altri appassionati come noi, che sono disposti a rotolarsi per terra, sporcarsi di colorante alimentare e tutto questo senza vedere un euro. 
Facciamo video amatoriali è vero, e non abbiamo grandi apparecchiature, anche se dal 2010 a oggi c'è stato un enorme balzo nella tecnologia, ma tutto ciò non importa, un omaggio come Evil Dead- a Short Tribute, può essere girato con una fotocamera da 10 megapixel come con una Canon Reflex, rimane sempre lo stesso omaggio verso quel regista e quell'attore, l'amore per la saga di Evil Dead si sprigiona lo stesso. Non ci interessa la notorietà o i soldi, ma più che altro trovare appassionati come noi, e se non sono come noi, spingerli ad approfondire meglio questo genere bellissimo ma incompreso.

A chi sono indirizzati i vostri lavori?


I nostri lavori sono rivolti principalmente agli appassionati del genere horror. Non immagino cosa può pensare un appassionato di calcio che guarda il Grande Fratello e le commedie italiane che per sbaglio finisce per guardare un nostro video. Penserà che siamo deficienti, e forse è così. Ma il ragazzo che ha visto Hellraiser, o La Bambola Assassina, o Non aprite quella porta e non è a conoscenza dell'esistenza dei sequel, che finisce per vedere la nostra video recensione? O coloro che seguono i nostri videoreport sulle convention? Anni fa cercavo io video del genere, e quando li trovavo non vedevo l'ora di farli in prima persona. 
Ora eccomi qua, e se smuovo qualcuno a prendere una telecamera e fare un corto o, a visionare un film che lo diverta per 90 minuti, la nostra missione è compiuta.

Ricevete proposte anche da “esterni” del team per realizzare video e cortometraggi?


No, e in effetti non penso che saremmo in grado. Non siamo veri registi, né veri attori. Io ho fatto un corso da videomaker, ma di quelli gratuiti con il fondo sociale europeo, quindi non è veramente nulla di speciale, di conseguenza se un domani qualcuno mi affidasse il compito di trasporre un'idea non mia su video, sarei inizialmente assalito dal panico. 
Io lavoro con un mio metodo, scrivo lo script, ma sopratutto disegno sempre uno storyboard, che puntualmente so di dover stravolgere quando sarò sul posto. 
E' tutto molto caotico, spesso una ripresa sembra buona, ma poi la riguardo a casa e non mi piace, da qui il motto della squadra "bella, facciamone un altra", per il quale tutti mi prendono in giro. Un vero regista non lavora così. Deve calcolare tutto minuziosamente, non deve sprecare tempo ed energie, perché nel mondo del cinema ogni cosa è denaro. 
Quindi principalmente siamo noi che pensiamo ai nostri lavori e a come metterli in atto. 
E spesso il problema è proprio l'opposto, trovare persone esterne che siano disposte ad entrare nel progetto.

Come riuscite a finanziare i vostri progetti? Avete trovato sponsor interessati ai vostri progetti durante il vostro percorso?

No, non abbiamo trovato sponsor né, sinceramente, li abbiamo cercati. Il massimo che siamo riusciti a fare è proiettare qualche nostro corto nelle varie fiere del fumetto, tra Ancona, Senigallia e Rimini, ma nulla di più. 
Durante la settimana ognuno fa lavori di altro genere, chi smista la posta, chi lavora in fabbrica, chi fa il camionista, insomma, il nostro è veramente un hobby guidato dalla passione. 
Ci vuole coraggio secondo me, a girare dalle 14 di domenica pomeriggio fino alle 3 di notte, accompagnare tutti a casa facendosi un'ora di macchina, e il giorno dopo essere pronti per le 8:30 del lunedì mattina ognuno per il proprio lavoro. 
Immaginate il montaggio, dove devi sacrificare quel poco tempo libero per vedere se riesci a dare un senso a quelle immagini che hai girato. Quindi, no, se per i videoreport delle convention o le video recensioni è tutto abbastanza libero, per i corti c'è un bel lavoro dietro, del quale gli unici a metterci i soldi alla fine siamo noi. 
Pamela ci mette l'attrezzatura, tra steadycam, luci, camera e cavalletti, oltre che a fare pubblicità e "reclutare" gente, il che la rende il vero produttore della Squatter-Team. Mentre io penso quasi sempre a tutto il resto, tra scrivere, dirigere e montare. Ma ripeto, soldi veri, non li abbiamo visti mai, tranne che per fare benzina nei vari spostamenti.

Com'è fare un FAN MADE film? Chi partecipa che obiettivo ha?


Un "fan made" per noi è un omaggio supremo ad un film che ci piace veramente tanto. 
Abbiamo iniziato con qualcosa di piccolo, come un corto di Scream, per poi passare a Leatherface, fino a Evil Dead, Silent Hill e l'ultimo arrivato, Halloween. 
La durata è aumentata sempre di più, di volta in volta, così come le competenze e i mezzi. 
Non mi vergogno a dire che ogni corto che ho fatto, qualche anno dopo non mi piace più, perché spuntano nuove opportunità che mi fanno dire: "se aspettavo, veniva meglio", e di conseguenza il mio lavoro preferito è sempre l'ultimo. 
Però, come ho detto prima, belli o brutti, l'importante è che si vede la passione. Nei miei primi corti siamo in 2, nell'ultimo una decina, significa che qualche miglioramento c'è, in fondo. 
Significa che qualche appassionato lo abbiamo trovato, che qualcuno si è divertito e non se ne vergogna. Pensate poi che qualche volta, trovo il modo di far visionare il corto, o comunque qualche immagine ai veri creatori del materiale originale. Lloyd Kaufman, il presidente della Troma, ha il nostro primo film "They Came" nella sua stanza con tutto il materiale regalato dai fan. Lo stesso dono l'abbiamo fatto a Eli Roth e Robert Rodriguez (anche se loro l'avranno buttato al primo cestino), Danielle Harris, Betsy Baker, Theresa Tilly e tanti altri hanno visto qualcosa dei nostri corti su youtube, se per un appassionato non è un onore questo, io non so cosa può essere. Specialmente se parliamo sempre di costo zero. Quindi il Fan Movie forse è il mezzo più facile per riunire i fan, ma io lo considero anche una specie di palestra per il giorno in cui farò un film vero. L'abbiamo fatto con They Came, ci abbiamo riprovato con Rest in Pieces, ma è uscito solo un piccolo trailer. Io ho mille idee tra film e web series, ma, manca il tempo, i mezzi e le persone. Ma dei tre sopratutto il tempo.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?


Nei progetti futuri in realtà prevediamo di rallentare un po', forse curare un po' la pagina facebook, che in fondo è un mezzo anche quello per radunare gli appassionati, e il canale youtube, magari con qualche video recensione dettagliata come facevo un tempo. 
Non nascondo che vorrei continuare ad occuparmi della mia webseries "HorrorNerds", così come vorrei prendere tutto il girato di "Rest in pieces" e trasformarlo anche quello in una specie di web episodes. Poi, si, c'è il sogno di fare un film di 80-90 minuti come si deve, magari uno slasher, ma bisogna prima pensare alle cose più importanti, come una vera sistemazione, e trovare una routine, in maniera tale da poterti ritagliare il tempo per gestire bene i tuoi hobby. Perché alla fine è di questo che si tratta.





Intervista curata da Silvia Sanna e Giulio Muto