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mercoledì 9 dicembre 2020

INTERVISTA ALLA KUBLAI FILM

INTERVISTA ALLA KUBLAI FILM

Risponde Lucio Scarpa:

Quando, come e perché avete scelto di formare una società?

Si parla di più di 15 anni fa ormai, e abbiamo fatto parecchia strada da allora, l'idea nasce innanzitutto dalla passione per il cinema che ho sempre avuto e, soprattutto, perché vedevo che a Venezia da sempre vengono girati film, documentari, spot pubblicitari e qualsiasi altro tipo di produzione in video ma, a parte rarissime eccezioni, sempre da parte di case di produzione provenienti da fuori.
Ero convinto, e penso di aver avuto ragione, che ci fosse spazio per raccontare storie con un'ottica diversa, più interna alla città.
All'inizio abbiamo prodotto soprattutto storie veneziane, ma sempre con lo sguardo rivolto all'esterno. Obiettivo di una casa di produzione è far vedere i propri film, anche "venderli", e il mercato internazionale deve essere il riferimento.
Negli anni abbiamo allargato gli orizzonti e ci dedichiamo sempre più spesso a produzioni girate in altri luoghi italiani; sempre con un riferimento unico però, ossia storie che parlano di cultura nel senso più ampio.

In che modo finanziate i vostri progetti, avete un addetto ai bandi pubblici oppure cercate finanziatori privati?

Per le produzioni non puramente commerciali la strada del finanziamento pubblico è pressoché obbligata; possono essere i bandi regionali per il cinema o quelli nazionali, o il Tax Credit o anche bandi non specifici per il cinema; non ci sono altre strade per coprire una quota consistente dei costi di questo tipo di produzione.
I possibili incassi non giustificherebbero investimenti importanti come sono quelli per documentari e cortometraggi girati in maniera professionali.
Seguiamo internamente tutte le domande bandi e tutti gli aspetti del piano finanziario di ogni produzione dato che io e il mio socio, Marco Caberlotto, abbiamo fatto studi di tipo economico.

Per la post produzione dei vostri progetti, che software utilizzate?

Internamente usiamo Final Cut, ma nella maggior parte delle nostre produzioni ci affidiamo a studi di postproduzione o montatori esterni. Ci piace scegliere la soluzioni migliore per ogni film.
Negli ultimi anni in tanti hanno usato Premiere ma abbiamo casi di produzioni montate anche con Avid e ultimamente sta prendendo piede Da Vinci.

In che modo gestite l'aspetto promozionale dei vostri prodotti audiovisivi?

Anche per la promozione seguiamo strategie diverse per ogni produzione; nella maggior parte dei casi seguiamo noi internamente, soprattutto con la pagina Facebook e in misura minore con Instagram o Twitter; per le produzioni più importanti, a seconda dei casi, possiamo affidarci ad una agenzia di comunicazione oppure concordare strategie diverse nel caso ci sia un distributore.
Negli anni abbiamo però capito che la cosa migliore è utilizzare i social della società; in passato abbiamo fatto più volte sia pagine che Facebook sia dei siti dedicati al singolo progetto ma i risultati sono sempre stati modesti e non si riesce a raggiungere la stessa visibilità.

Ho visto che per il vostro cortometraggio “Soli, insieme” avete realizzato una campagna crowdfunding, aggiungerei di successo; come siete riusciti a cogliere l'attenzione del pubblico, tanto da riuscire ad avere più di cinquanta finanziatori?

Devo fare una precisazione, "soli, insieme" non è una produzione nata da noi ma in cui siamo entrati in uno stadio già avanzato per dare una mano a realizzarla. Come casa di produzione preferiamo evitare il ricorso al Crowdfunding e in quel caso era stato lanciato dall'associazione promotrice del cortometraggio; non riteniamo adatto alle case di produzione questo tipo di finanziamento se non in casi molto particolari. Chiedere un contributo ai privati deve avere una motivazione sociale; in quel caso, c'era per le tematiche trattate ma non è un caso così frequente.
Il successo di quell'iniziativa ritengo sia dovuto proprio alla tematica trattata; il regista, Lorenzo cassol, e l'autrice, Alessia Buiatti, sono stati molto bravi a sensibilizzare i potenziali spettatori e a coinvolgerli anche come finanziatori.

Avete già diversi cortometraggi e documentari in attivo, quali sono i progetti futuri, soprattutto vista la situazione singolare del momento?

In effetti non è il momento migliore per parlare di progetti futuri visto l'incertezza che c'è in questo momento; di sicuro però l'anno prossimo vogliamo tornare sul set in maniera molto maggiore di quanto si è potuto, purtroppo, fare nel 2020.
Sicuro entreremo in produzione con almeno due dei documentari che stiamo sviluppando ormai da tempo; non abbiamo ancora deciso però esattamente quali.
Ma la cosa più importante per noi sarà finalmente dare vita alle produzioni che abbiamo finito ma sono rimaste ferme nel cassetto. Abbiamo i due documentari più importanti della nostra storia che non sono potuti uscire al cinema per colpa della chiusura delle sale.
Puntiamo ad uscire sia con "Tintoretto. L'artista che uccise la pittura" sia con "Alida" nei prossimi mesi; è impossibile dire oggi una data possibile, non è ancora chiaro quando potranno riaprire cinema e, soprattutto, se resteranno aperti senza altri stop e quando diventeranno nuovamente luoghi popolati come non lo sono stato nel 2020.
Noi speriamo vivamente che dopo la scadenza dell'ultimo decreto il 15 gennaio, le sale possano finalmente riaprire e cominciare il percorso di ritorno al cinema del pubblico che sarà, purtroppo, lungo e difficoltoso.
Il Cinema senza visione in sala non sarebbe più lo stesso.