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domenica 29 settembre 2019

INTERVISTA A GIULIA MANZINI (ATTRICE)

Intervista a Giulia Manzini 

Il tuo si può definire un percorso a 360° nelle Arti dello spettacolo. Dal Canto alla Danza, passando per la Moda, sino al Teatro, la Televisione e il Cinema. A tuo parere, questi settori professionali, con quale sequenza logica dovrebbero essere affrontati per costruirsi un percorso artistico? Quali sono i passaggi obbligati?

Non penso ci sia una sequenza logica, e non è neanche necessario fare TUTTO per fare bene, ci si può specializzare in ogni singolo campo e trovarsi il proprio posto. A me è capitato di incrociare diversi mondi artistici e da ognuno ho preso un pezzo che mi porto dietro nel mio bagaglio professionale.
Quello che è importante è studiare e lavorare: non ci si improvvisa, in nessuno di questi campi. E fare una cosa una volta nella vita non vuol dire potersi definire professionisti in quel campo.
Io per esempio non mi definisco professionista in tutti i campi che hai citato: li vivo, o li ho vissuti in alcuni momenti della mia vita, e continuo a nutrirmene, ma professionalmente sono un’Attrice, non una ballerina o una cantante. C’è troppa gente con poca autoconsapevolezza e autocritica che si improvvisa, è un discorso a cui tengo molto.


Tra i suddetti settori artistici, in particolare come vedi il mondo dei cortometraggi; secondo te è ancora un buon modo per esordire?

La vera domanda è “Ma esiste ancora un buon modo per esordire??” e la risposta è “Francamente non lo so, se qualcuno lo sa, mi scriva!”.
Scherzi a parte, trovo che il mondo dei cortometraggi sia un mondo creativamente molto ricco. Spesso attori e registi per vivere devono fare lavori, come tutti, in cui la parte creativa viene messa più al servizio degli aspetti commerciali. E per quanto possano essere divertenti e stimolanti, c’è una componente di vincolo molto forte. Il mondo dei cortometraggi, per come almeno l’ho vissuto io finora, è molto più libero, quindi puoi fare vedere parti di te che spesso non escono in altri contesti.
Per questo non so se è un buon modo per esordire ma sicuramente è un ottimo modo per esprimersi.

In che modo sei stata coinvolta nel progetto di un cortometraggio?

Sono arrivata a tutti i cortometraggi a cui ho partecipato perché qualcuno aveva parlato di me al regista in modo positivo. Poi ovviamente ho dovuto fare anche un provino su parte. Trovo però questo fatto, del qualcuno che ti consiglia a un collega, molto lusinghiero: significa che sei davvero rimasta impressa nella mente di qualcuno in modo positivo, altrimenti uno non ci metterebbe la sua faccia nel consigliarti per un progetto, no?

A quale forma di spettacolo ti senti più professionalmente ed emotivamente legata?


È una domanda a cui non posso rispondere, è come chiedere a quale figlio vuoi bene di più!
Al massimo posso dire che io sono nata, come figlia e come attrice, in teatro, da genitori teatranti, quindi tutto quello che ho fatto dopo lo devo al teatro.

Qual è il tuo sogno più grande: c’è qualcosa che vorresti fare, che non hai ancora fatto?


Ci sono mille cose che vorrei fare! E cambiano di fase in fase della mia vita. Alcune nel corso degli anni le ho conquistate, ma direi che quelle a più breve termine sono: girare un film da protagonista (o almeno co-protagonista…) e essere un personaggio di una serie/sit-com. Poi per il futuro: Oscar! (l’importante è l’autocritica e l’autoconsapevolezza, come dicevo all’inizio…)

Nell’augurarti il meglio, ti chiediamo qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri.


Ad ottobre uscirà una serie per Canale 5 dal titolo “Made in Italy” a cui ho preso parte. E per il resto, vi invito a seguirmi sul mio sito www.giuliamanzini.it, c’è anche una comoda newsletter a cui iscriversi ;)


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Intervista curata da Giulio Muto